Un pò di storia: Il Medio Regno

Un pò di storia: Il Medio Regno
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Il Medio regno è un periodo della storia egizia che va dal 2055. a.c. al 1790 a.c., ovvero il periodo che racchiude ben due dinastie reali: la XI e XII dinastia. Proprio al Medio Regno corrisponde la riunificazione dell’Egitto a seguito della frammentazione occorsa dopo la fine dell’Antico Regno.

Il Medio regno è un momento in cui l’Egitto torna potente, rispettato e temuto. Vengono nuovamente costruite le piramidi, l’edilizia ha uno slancio rinnovato, l’espansione territoriale specialmente verso il sud vide la Nubia assoggettata da energici sovrani. Vi fu un’evoluzione particolare in campo artistico, specie nell’oreficeria. Insomma: un periodo che sulla carta sarebbe potuto essere l’età dell’oro.

Il Medio Regno, le dinastie:

XI dinastia

Potremmo sintetizzare a grandi linee dicendo che, mentre la XI dinastia riunificherà l’Egitto, la XII giungerà nuovamente alla frammentazione nonostante un governo efficiente e prospero. I sovrani della XI dinastia avviarono una politica riunificatrice a partire da Montuhotep I, proseguendo con ben tre re chiamati Antef e giungendo alla piena riunificazione sotto il regno di Montuhotep II.

A questo punto un po’ di dati cronologici. La XI dinastia inizia all’incirca dal 2150 a.C. al 1990 a.C e proprio con l’Egitto che torna unificato sotto un unico sovrano dopo sanguinose battaglie per la riunificazione. Proprio questa unificazione porta a un nuovo sguardo positivo al futuro, gettando le basi per la rifioritura artistica oltre ai miglioramenti in campo tecnologico.

Risalendo lungo la valle del Nilo, questi principi Tebani sottomisero i vari Nomarchi e deposero la X dinastia nota con il termine di Eracleopolitana (dal nome greco della città Eracleopoli e capitale di questo regno, nota in egizio come Henet-nesut). Proprio questi regni personali nonostante avessero portato al disfacimento del governo centrale, avevano comunque mantenuto un sistema economico stabile generando un notevole benessere. Quello che fecero i principi tebani fu di sostituire, una volta conquistati i singoli reami, i signori più riottosi ponendo funzionari più fedeli.

Con Montuhotep II la riunificazione fu completata e il sovrano potè ulteriormente ocuparsi di una monarchia instauratasi nella Nubia sul modello egizio. La storia della gloriosa XI dinastia si conclude quando il Visir Amenemhat esautorò il sovrano usurpando il trono ed avviando così la XII dinastia del Medio Regno egizio.

XII dinastia

La XII dinastia copre in effetti un arco temporale maggiore che va dal 1990 a.C. al 1780 e rappresenta il culmine del Medio Regno, un periodo in cui la civiltà egizia trovò nuova spinta propulsiva e unità nazionale. Questa dinastia sorse quando il visir Amenemhat esautorò il legittimo sovrano Montuhotep IV in seguito a una spedizione ordinata dal sovrano.

Amenehmhat II, sfinge conservata al Louvre , Fonte WEB

Il nuovo sovrano dopo la deposizione e forse la morte di Montuhotep IV, decise di spostare la capitale da Tebe a una nuova città che avrebbe costruito vicino al Il Cairo oggi nota come El Lisht, ma che gli egizi chiamavano Iti tawy. Proprio da questa città i successivi sovrani avviarono una serie di riforme e cambiamenti anche fisici in alcune regioni del paese con lo scopo di migliorare quanto esistente.

L’oasi del Fayyum fu una di queste: collegata proprio a partire da questo momento con il Nilo, vide esplodere la sua capacità produttiva. Ma la politica energica dei sovrani della XII dinastia non si rivolse solo alle opere idrauliche.

Una panoramica parziale del Faiyum oggi, fonte Web

Numerosi templi vennero costruiti, le piramidi tornarono a essere le dimore dell’aldilà dei sovrani. In ambito politico, i regnanti eliminarono le 38 provincie e le raggrupparono in tre grandi regioni, eliminando così il rischio di monarchie autoctone e inviando funzionari a rotazione. La Nubia vide l’affermazione della presenza egizia in loco con la costruzione di enormi forti (oggi perduti sotto le acque del Lago Nasser). Anche i commerci con l’Asia ripresero, testimoniati dai molti oggetti trovati nella zona tra Palestina e Libano.

Shedyet/Medinet Madi oggi, Fonte Web

Con i grandi progetti di edilizia interna, lentamente le popolazioni provenienti dalle zone della Palestina cominciarono a giungere in Egitto e stabilirvisi. Queste popolazioni saranno poi note come Hyksos e porteranno a una nuova disgregazione dell’unità del paese.

I complessi sepolcrali

Una delle caratteristiche tipiche dell’Egitto sono i complessi funerari. E’ in questo periodo noto come Medio Regno che l’architettura funeraria torna preponderante generando magnifici complessi sepolcrali sparsi in gran parte nel Basso Egitto oltre che a Tebe (oggi Luxor).

Tempio funerario del faraone Montuhotep II, Deir el Bahari, Fonte WEB

Se per i sepolcri dei sovrani della XI dinastia abbiamo poche informazioni a causa della sistematica distruzione dei monumenti antichi operata nei periodi successivi, per i complessi della XII dinastia siamo molto più fortunati.

La piramide nera di Dahshur, Fonte Web

Vennero realizzate nuove piramidi racchiuse in vasti comprensori funerari cambiando la loro composizione interna: si passa da un riempimento in pietra a uno in mattoni, il tutto sostenuto da strutture murarie in pietra a raggiera come si evince dalla piramide di Amenemhat III a Dahshur. Enormi blocchi monolitici divennero le camere funerarie di queste piramidi, chiusi con un sistema ingegnoso molto hollywoodiano.

Piramide di Hawara , Fonte WEB

Purtroppo ogni sforzo per proteggere questi luoghi di sepoltura furono vani, sebbene siano giunti a noi alcune sepolture minori in cui erano presenti molti pezzi di altissima oreficeria appartenuti alle regine ed alle principesse di questa dinastia.

Il culto di Sobek

Bassorilievo (molto danneggiato) proveneinte da Medinet Maadi, Fonte Web

Presente sin dall’antico regno, fu con il Medio regno che il culto di Sobek raggiunse l’apogeo divenendo divinità dinastica. Proprio il faraone Amenenemhat III dedicò al Dio coccodrillo una intera regione, quella del Fayyum, dove fece costruire un complesso templare a lui dedicato. In questo periodo poi il culto di Sobek subì un mutamento teologico venendo associato ad Horus e di conseguenza alla dignità reale. Tale cambiamento è estremamente importante poiché permise alla divinità di venir associata nella triade Osiriaca.

Il Nisut NefermaatRa Setep-en Ptah Khnumose I


Fonti

  • Mario Tosi, Dizionario enciclopedico delle divinità dell’antico Egitto, vol.I, Ananke
  • Marco Zecchi ,Sobek of Shedet: The Crocodile God in the Fayyum in the Dynastic Period. Umbria: Tau Editrice, 2010
  • Edda Bresciani, A. Giammarusti, I templi di Medinet Madi nel Fayyum, Pisa 2012
  • Franco Cimmino, Dizionario delle dinastie faraoniche, Bompiani
  • Guy Rachet, Dizionario Larousse della civiltà egizia, Gremese Editor
  • Hayes, W.C. – Il Medio Regno in Egitto: dall’ascesa dei sovrani di Herakleopolis alla morte di Ammenemes III – Storia antica del Medio Oriente 1,4 parte seconda – Cambridge University 1971
  • Kathryn A. Bard, Archeologia dell’Antico Egitto, 2013
  • Elio Moschetti, Mario Tosi, Amenemhat I e Senusert I, Torino, Ananke, 2007

Link esterni di approfondimento

Links utili

-> Vai alla categoria “Storia” del KOS
-> Lettura consigliata: L’oscuro libro del Fayyum

Pubblicato da Khnumose I

Khnumose I, all'anagrafe Marzio Siccardi (Torino, 1981) anch’egli appassionato di egittologia sin dal suo primo incontro avvenuto in terza elementare presso il Museo Egizio di Torino. Dopo la maturità artistica, la sua pasione per l’antichità , lo porta ad intrapprendere un percorso formativo universitario nel quale l’incontro con il mondo pagano, diverrà parte della sua stessa vita. Come molti non si sottrarrà all’influenza Kemetista. La sua preparazione archeologica e nello specifico Egittologica, lo portano a ricercare una conoscenza sempre maggiore di ogni singolo argomento trattato.

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