Amon è il Dio dell’invisibilità, membro dell’Ogdoade Ermopolitana, e a partire dal Nuovo Regno anche sovrano di tutti gli Dei con varie connotazioni ottenute grazie ad assimilazioni e sincretismi operati dal suo sacerdozio. Egli venne considerato uno degli Dei più importanti durante tutto il periodo faraonico, il cui culto raggiunse il suo apogeo durante il Nuovo Regno fino alla XXV dinastia detta Kushita. Non solo: è parte di quella che viene chiamata Triade di Tebe o Triade tebana.
Conosciamolo un po’ meglio.
Iconografia
Raffigurato normalmente con sembianze antropomorfe in piedi o assiso sul trono, Amon era normalmente raffigurato con la pelle del proprio corpo dipinta di un blu tipico delle pitture egizie sepolcrali, quest’ultime create grazie alla macinazione del Lapislazzuli. Questa pietra semi preziosa, molto usata nella pittura egizia oltre che nell’oreficeria. La sua importanza era comunque dovuta alla credenza che i capelli degli Dei fossero appunto fatti di questo minerale.
Nella sua veste antropomorfa, Amon indossa il tipico abbigliamento degli Dei egizi maschili ovvero una sorta di gonnellino corto, un corsetto decorato e sul capo svetta una lunga e ampia corona o modio, su cui spiccano due alte piume per sottolineare la sua natura celeste. Nonostante fosse raffigurato con un aspetto antropomorfo, gli egizi credevano che il vero aspetto di Amon trascendesse ogni immagine visuale ovvero non avesse una forma ben definita. Proprio uno dei suoi epiteti era “Nascosto d’aspetto, misterioso di forma” e questo concetto era chiaramente espresso fino a un certo periodo della storia egizia in quanto non esisteva un geroglifico che lo potesse indicare direttamente.
Oltre a questa forma antropomorfa, Amon venne raffigurato anche attraverso la forma di ariete. Nella sua forma di ariete, il Dio è mostrato appunto come l’animale in questione recante tra le sue corna il disco solare nel quale è presente l’ureo reale. Altro animale che rappresenta Amon nei miti è l’oca. Secondo i testi trascritti dai suoi templi di Karnak, egli sotto forma appunto di oca avrebbe deposto l’uovo cosmico primordiale da cui si sarebbe generata la vita stessa.
Mitologia
Amon è in realtà una delle divinità più antiche, insieme alla paredra Amonet è menzionata nei Testi delle Piramidi. Entrambi fanno parte dell’Ogdoade Ermopolitana (gli altri membri dell’Ogdoade erano Nun e Nunet, Kuk e Keket, Huh e Huhet). Il suo nome in lingua egizia significa “Nascosto/ Invisibile”.
Un’altra possibile origine del suo nome, potrebbe derivare dalla parola “Amana” (Acqua) e questo a causa dei vaghi riferimenti legati alla natura acquatica della divinità, sebbene non si tratti dell’aspetto fondamentale della divinità. Proprio la difficoltà di trovare l’ origine del suo nome, ha fatto si che gli egizi lo chiamassero “Asha Renu” (Ricco di nomi). Secondo una teologia, egli avrebbe prima creato se stesso e la sua paredra, poi il resto dei membri dell’Ogdoade.
Il Dio vide una evoluzione del suo culto a partire specialmente dal Nuovo Regno, dove il suo sacerdozio in una spinta propagandistica senza precedenti. Da semplice Dio dei Venti e dell’aria per via della sua natura invisibile, venne identificato addirittura con diverse altre divinità in sincretismi tra i più vari:
Kamutef (Sincretismo con il Dio Min)
Nato dal sincretismo tra gli Dei Min e Amon, Kamutef (Toro di sua madre) rappresenta la fertilità e la potenza sessuale generativa. La sua prima apparizione avvenne durante il secondo periodo intermedio e trovò i suoi elementi distintivi confermati proprio durante i primi anni del nuovo regno. Iconograficamente, Amon assunse gli elementi e la posa itifallica. Durante il nuovo regno gli vennero dedicati Templi e cappelle specialmente durante i regni di Hatshepsut e Tutmosis III.
Amon Ra (Sincretismo con il Dio Ra)
Presente e citato nel Libro dei Morti come “Il più antico Dio del cielo orientale” epiteto che riflette la sua natura solare e un inno risalente alla XVIII dinastia presente su una stele conservata al British Museum, indica Amon sorgere come Horakhty, nascosto nel suo disco solare. Con il suo sincretismo con Ra, ha portato Amon ad assumere numerosi aspetti e titolature. Interessante fu comunque il sincretismo operato in comune accordo tra il clero di Amon con quello di Ra, in maniera che la nuova versione di entrambe le divinità primeggiasse quale sovrano di tutti gli Dei.
In base alla località geografica nel quale venne venerato, Amon divenne sposo e padre di altre divinità. Nella città di Uaset (Tebe) gli venne data come moglie Mut e come figlio il Dio della Luna Khonsu, mentre nella città di Heliopolis, divenne marito di Hathor e padre di Harmakhis. Durante l’epoca tarda il suo sacerdozio riuscì a imporre Amon Ra come il Demiurgo universale unico creatore.
Epiteti:
- Vivente ogni giorno nella giustizia
- Toro di sua madre
- Dai molti nomi
- Autogenerato
- Che dona la vità (attraverso il respiro)
- Dio dal braccio alzato
- Capo di tutti gli Dei
- Colui che esiste in tutte le cose
- Il Sovrano di Heliopolis (On)
- Il Sovrano di Waset
- Amon sovrano degli Dei
- Il Sovrano
- Il Sovrano celeste
- Senza pari
- Che crea il suo creatore
- Eterno
- Signore dei Troni delle due Terre
- Il Dio
- Dio unico
- Che risiede nel cielo
- Che ascolta le richieste
- Che ascolta le preghiere
- Fiamma vivente venuta da Nut
- Unico
- Unico dall’inizio
- Il feroce leone dai occhi rossi
- Visir umile
- Padre degli Dei
Culto
Dopo il Medio Regno, l’ascesa di Amon e del suo culto furono quasi inarrestabili. Numerosi furono i faraoni (se non quasi tutti) che costruirono in suo onore o abbellirono qualche edificio già esistente. Il suo culto non rimase confinato nella sola città di Tebe oggi conosciuta come Luxor, ma numerosi furono i Santuari edificati in tutto il regno.
Oltre a questi dobbiamo annoverare anche la venerazione che il Dio ricevette dai sovrani Nubiani, che giunsero a governare persino il Regno delle Due Terre per un breve periodo di tempo.
Altri templi vennero innalzati nel Delta e nelle Oasi, tra cui annoveriamo la più famosa delle oasi ovvero Siwa e non per ultimo quella di Kharga. Qua di seguito ne diamo una rapida lista dei principali santuari dedicati al Netjerw.
Templi di Amon attualmente conosciuti:
- Il Tempio di Karnak
- Tempio di Luxor
- Città di Piramesse
- Il Tempio di Tanis
- Tempio di Derr
- Tell el Balamun
- Tempio di Hibis
- Tempio di Siwa
- Gebel Barkal (Napata – Nubia)
- Tempio di Soleb (Nubia)
L’eresia amarniana
Capitolo particolare merita quella che oggi viene denominata “Eresia Amarniana”. Questo avvenimento occorso durante l’intero regno di Amenothep IV, noto ai più come Akhenaton Nefer Kheperure Waenre. Le ragioni di questo scisma sono perdute, ma gli studiosi hanno proposto una origine di natura economica e probabilmente anche dovuta a una sorta di arroganza mostrata dal sacerdozio di questo Dio, nei confronti verso la stessa famiglia reale e alla figura del sovrano regnante.
Il culto di Amon venne così vietato, i suoi sacerdoti dispersi, le sue proprietà fondiarie assimilate a quelle della famiglia reale e intensamente sfruttate. Sorte simili ma meno accentuata lo ebbero tutti gli altri collegi sacerdotali, i cui Templi vennero chiusi o estremamente ridimensionati economicamente e nella loro sfera d’influenza. Un tentativo di sincretismi si ebbe con alcune divinità come Khnum nel tentativo di poter salvare i loro culti.
La decadenza del culto di Amon in epoca tarda
Il regno di Kush e la XXV dinastia
Nel X secolo a.e.m. il culto, che nei decenni precedenti era divenuto predominate rispetto a tutti i culti presenti in Egitto, si avviò a un decadimento progressivo. La motivazione di questa parabola discendente del culto di Amon è probabilmente dovuta al rapido crollo economico, militare e politico che l’Egitto subì all’indomani della morte del faraone Ramses XI. Dopo aver esautorato quasi ufficialmente la corona faraonica e aver addirittura avuto pretese reali generando una dinastia di Primi Profeti antagonisti al faraone regnante, il culto di Amon vide affermarsi una sua enclave nella Nubia.
In quel luogo che oggi si chiama Gebel Barkal, il primitivo Tempio costruito durante il Nuovo Regno, vide l’affermarsi della dinastia detta “Kushita”. Proprio la XXV dinastia originaria del paese di Kush giunse a dominare l’Egitto dopo la sottomissione di tutti i principati egizi che si erano venuti a creare a partire con la XXII dinastia.
La Stele della vittoria di Pianki (circa metà dell’VIII secolo a.C.) distinse dunque due principali centri di culto di Amon localizzati a Tebe e a Napata. Proprio l’arrivo dei Kushiti porto all’instaurazione di una dinastia di divine Adoratrici imposte dai sovrani nubiani (Amenardis I, II, Shepenupet I, II).
Gli oracoli e il loro uso spregiudicato
Come per molte divinità in tutto il bacino del mediterraneo, anche il culto di Amon possedette un proprio oracolo sebbene l’uso strumentale dell’immagine di qualsiasi divinità fosse già presente e documentato anche in altre sistemi templari egizi. Quest’ultimi erano soliti portare fuori dal santuario della divinità, la stessa statua del Netjer e collocata su di una portatina tenuta sulle spalle di sacerdoti portatori.
Non abbiamo se non scarne informazioni riguardanti l’uso di tali pratiche, ma sembra che i portatori si facessero dondolare o spostare magicamente dalla volontà del Dio/Dea dinnanzi al quesito posto. Secondo alcune fonti archeologiche, sembra proprio che la legittimazione al trono della regina Hatshepsut sia avvenuta proprio grazie al responso favorevole dell’oracolo del Dio.
Ulteriori informazioni si hanno invece su di un oracolo vero e proprio, posizionato nel Tempio al Dio dedicato nell’Oasi di Siwa. Sembra appunto che i sacerdoti addetti al culto, debitamente nascosti rispondessero simulando la voce del Dio a coloro che giungevano al cospetto della statua del Dio. Secondo quanto riportato, anche Alessandro Magno giunse dinnanzi a questa statua e posto il quesito, gli venne confermato dall’oracolo, che egli era destinato a fondare una grande impero universale confermando la sua natura divina essendo figlio egli stesso di Ammone Zeus.
Prepariamoci a celebrare Amon
Amon è una divinità importantissima. Lo era anticamente, lo è tutt’oggi. Celebrare Amon è dunque un atto dovuto da parte di qualsiasi kemetista, ma non è scontato che si faccia bene. Vediamo insieme di cosa abbiamo bisogno:
Materiale necessario
- Effigie del Dio
- Drappo bianco/oro
- Candele (meglio se naturali)
- monili preziosi ( se disponibili )
- Incenso: potete utilizzare una miscela di olibano e storace. Se disponete di Kiphy, meglio.
- Datteri
- fichi
- 2 Piatti per le offerte solide
- 1 Coppa per l’acqua
- Candele (prediligere prodotti naturali)
Come procedere
La procedura per festeggiare correttamente la divinità puoi trovarlo a questo articolo.
Per quanto riguarda invece la procedura dedicata alla celebrazione domestica quotidiana, puoi trovarlo qui.
Inni consigliati
Gli inni autentici per ogni divinità di cui abbiamo reperito le fonti possono essere trovati in questa sezione. Non dovete far altro che scorrere fino a reperire la scheda di Amon per avere tutto ciò che vi occorre.
Il Nisut NefermaatRa Setep-en Ptah Khnumose I
Fonti
- Sergio Donadoni, La religione egiziana, in “Storia delle religioni. Le religioni antiche”, Laterza, Roma-Bari
- Geraldine Pinch, Egyptian Mythology: A Guide to the Gods, Goddesses, and Traditions of Ancient Egypt, Oxford University Press, 2004
- Wilkinson, Richard H. (2000) The Complete Temples of Ancient Egypt
- Wilkinson, Richard H. (2003) The Complete Gods and Goddesses of Ancient Egypt
- Edda Bresciani, Grande enciclopedia illustrata dell’antico Egitto, Genova, De Agostini
- Mario Tosi, Dizionario delle divinità dell’antico Egitto. Le divinità, l’iconografia, i rituali, Kemet
- Grimal Nicolas, Storia dell’Antico Egitto, Laterza
- Margaret Bunson, Enciclopedia dell’antico Egitto, Fratelli Melita Editori
- Wallis Budge, The Gods of the Egyptians vol. 1, Dover Publications (1969)
- Jan Zandee, De Hymnen aan Amon van papyrus Leiden I. 350, Leida, E.J. Brill, 1948,
- Wolfgang Kosack, Die altägyptischen Pyramidentexte, Christoph Brunner, Berlino, 2012
- Kurt Sethe, Die Altaegyptischen Pyramidentexte, 4 voll, 1908-1922
- Sergio Donadoni, Tebe, Electa
- Charles Dalrymple Belgrave, 1923, Siwa, the oasis of Jupiter Ammon, DARF Publishers, Londra
- Ahmed Fakhry, 1990, Siwa Oasis, American University in Cairo Press, Cairo, Egitto.
- Cyril Aldred, Akhenaton il faraone del Sole, Newton & Compton
- Bent Parodi, La tradizione solare nell’Antico Egitto, Asram Vidya.
- Richard Wilkinson (2007), I templi dell’Antico Egitto, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
- Franco Cimmino, Dizionario delle dinastie faraoniche, Milano, Bompiani, 2003
Link esterni
- https://www.worldhistory.org/amun/
- https://www.khanacademy.org/humanities/ap-art-history/ancient-mediterranean-ap/ancient-egypt-ap/a/karnak
- https://www.memphistours.com/Egypt/WikiTravel/the-western-desert-and-oases/wiki/Temple-of-Amon
- https://www.worldhistory.org/Xois/
- https://www.spain.info/it/siti-interesse/tempio-debod-madrid/
- https://whc.unesco.org/en/list/1073/
Link utili
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-> Lettura consigliata: Inni e preghere ad Amon