Kemetismo e Halloween. Facciamo il punto

Kemetismo e Halloween. Facciamo il punto
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Ogni anno, in concomitanza della festività di Halloween (conosciuta anche come Samhain), il mondo neopagano va in fermento. Come da tradizione, le case vengono addobbate con teschi, lapidi, scheletri, e zucche1: la fatidica notte si avvicina, quella del “Trick or Treat”, o “Dolcetto o Scherzetto”. I bambini (ma non solo) si travestono da streghe e mostri per andare di casa in casa a domandare dolci… oppure combinando scherzetti ai malcapitati che non hanno ceduto qualche caramella.

E i Kemetisti? E’ una festa che trova un fattore comune nella cultura delle Due Terre? Cerchiamo di fare il punto.

Un minimo di storia

Le origini di Halloween sono riassunte sul portale Le Vere Origini di Halloween (che ringraziamo) e di cui vi proponiamo il riassunto.

Si trattava della celebrazione del terzo ed ultimo raccolto prima dell’inverno ed il suo nome originale è la parola gaelica Samhain (pronunciato sowin), che significa appunto “fine dell’estate” (e non è un “dio della morte celtico” come viene erroneamente scritto in moltissimi siti che fanno disinformazione). Con questa festività, la più importante del calendario celtico, si marcava quindi il capodanno. Un anno finiva, uno nuovo iniziava.

I Celti vedevano in questo passaggio un’allegoria della morte: la fine ed un nuovo inizio. Per questo motivo pensavano che in questa sera magica il velo che divide il mondo dei vivi da quello dei morti fosse sottile e che gli spiriti dei cari estinti potessero temporaneamente tornare sulla Terra. Da qui nascono tutta una serie di tradizioni che sono state tramandate fino ad oggi.

Estratto dal portale “Le Vere Origini di Halloween”


Si tratta dunque di un periodo di “chiusura”: termina un anno e ne inizia uno nuovo! La natura muore, aspettando però di tornare alla vita.

Una zucca in cui è intagliato il volto di Jack-O’Lantern
Una zucca in cui è intagliato il volto di Jack-O’Lantern.

Sì, okay… e in Egitto?

Nel medesimo periodo, in Egitto si celebrava (e continuiamo a farlo) la Festa del Khoiak. Qui nasce in realtà un paradosso (comprensibile, se si ragiona in termini culturali e geografici e non “a scatola chiusa”, in cui ogni nazione DEVE celebrare la stessa festa) in cui da una parte vi è Samhain e la “morte della natura”, dall’altra il Khoiak, che celebrava la rinascita della stessa (come Osiride che ritorna alla vita) dopo le inondazioni del Nilo con il rilascio nel terreno del limo.

Se dovessimo dunque fare un parallelismo con la festività celtica, la chiusura dell’anno e la ripartenza con un nuovo ciclo dovrebbe coincidere con la festività egizia del Wep Renpet, che cade però il 29 agosto.

Il problema dunque, nasce nel significato spirituale che la festa celtica rappresenta.

Halloween non è solo la conclusione dell’anno e la ripartenza con uno nuovo, ma rappresenta la morte della natura in attesa di ritornare alla vita. Anche per tale motivo, nella sera del 31 ottobre si ritiene che il confine tra il mondo terreno e quello dei defunti sia valicabile e che dunque i morti possano tornare a trovare i vivi.

In Egitto, il ritorno dei defunti non solo era scongiurato (il Ba dei trapassati doveva ricongiungersi con le altre componenti dell’anima, pena il perdersi nel mondo) ma non era nemmeno previsto o, in qualche modo, desiderato. Il destino dei morti è palese all’interno del Libro dei Morti: o si viene giudicati meritevoli e degni di accedere ai Campi di Aaru (da cui non si torna indietro), o al contrario ritenuti non degni e divorati da Ammit, subendo l’oblio eterno. Una sorta di ricongiungimento tra i vivi e i morti era, in realtà, previsto in un’altra festività che però ha luogo decisamente prima del Khoiak: la Bella Festa della Valle.

Un tentativo di appacificazione: Halloween-Khoiak

Nella terra di Kemet, durante il mese di Ka-Her-Ka (poi Khoiak) veniva celebrata l’omonima festività legata al Netjer chiamato “il Vegetante”, ossia Osiride. In questo periodo, che va dal 27 novembre, si festeggiava la rinascita: dopo che il Nilo aveva sommerso le terre coltivabili e giungeva il termine delle piogge, il momento immediatamente successivo era la stagione di Peret (cioè Emersione) in cui i terreni sommersi venivano restituiti alla luce. A livello celebrativo, inoltre, si ricordava l’attività della Dea Iside nel recuperare i pezzi del corpo smembrato di Osiride, per ricomporlo e riportarlo alla vita2.

Possiamo, a grandi linee, farne un parallelismo? Volendo, sì ma… nulla di serio: le due festività cadono in momenti del calendario diversi (Festa del Khoiak al 30 ottobre, proseguendo fino al 2 novembre con la Celebrazione di Sokar), mentre la notte di Halloween/Samahin cade tra il 31 ottobre e il 1 novembre. L’ultima riflessione da fare, ma non meno importante, è basata sullo scopo intrinseco delle due feste. Infatti, se con il Khoiak si celebra la morte e la rinascita di Osiride, ad Halloween è il mondo dei vivi che si avvicina al mondo dei morti.

Se però analizziamo la festa di Samhain, notiamo che il suo significato diviene più profondo e, straordinariamente, più facilmente paragonabile alla celebrazione egizia di questo periodo: così come la natura si addormenta e si procedere verso il suo risveglio, così nel Paese di Kemet ci si apprestava a festeggiare il ritorno alla vita di Osiride con la festa del Khoiak.

Considerazioni finali

La festa di Halloween è affascinante e, in Paesi come il nostro, che per il clima ben si sposa con la tematica di questo evento, per certi versi perfetta. Lo scoglio che i praticanti di altre religioni (quindi non solo i Kemetisti) devono affrontare riguarda il problema della coerenza rispetto alla loro fede e, in un certo senso, di presa di consapevolezza vera e propria di ciò che ci pratica.

Ci spieghiamo meglio: festività come Samhain, Imbolc, Beltane, e Lughnasadh fanno parte di ritualità legate al paganesimo celtico3. Il non seguire questo percorso ma attuare la sua ritualità, ci teniamo a precisarlo, è possibile se si ricorda il significato che viene loro attribuito dal punto di vista del ciclo della natura. Non è invece possibile introdurre Halloween tra le celebrazioni kemetiche cercando forzatamente un parallelismo religioso, poiché le fonti archeologiche e teologiche non forniscono alcun punto di contatto tra la cultura egizia e quella celtica, così come la visione della trasformazione della natura era percepita in un modo completamente diverso.

Volete festeggiare Halloween e fare “Dolcetto o Scherzetto”? Nessun problema, potete farlo tranquillamente!

Ricordate però che la festa di Halloween (e la storia che c’è dietro di essa) non è parte della religione, e della storia, egizia.

Horemhat


Note

  1. Sull’uso delle zucche consigliamo la lettura del mito di Jack o’Lantern.
  2. Si confronti con l’opera di Plutarco De Iside et Osiride.
  3. Trattasi dei 4 Sabbat maggiori. Consigliamo la lettura a riguardo della ruota dell’anno celtica.

Fonti

Link utili

-> Vai alla sezione Ma che KOS è? del KOS
-> Lettura consigliata: Il Kemetismo: l’antica religione egizia

Pubblicato da Horemhat

Marco Peirce (Napoli, 1986) è appassionato di egittologia dal suo primo incontro con il Museo Egizio di Torino alla scuola primaria. Dopo il diploma di perito aziendale e corrispondente in lingue, inizia un percorso formativo universitario durante il quale incontra persone che gli faranno conoscere l'ambiente pagano. Non tarderà molto al suo ingresso nell' ambiente Kemetista, da cui trae tutt'ora validi spunti di riflessione. Entra in contatto con Khnumose I durante la ricerca di un ambiente Kemetista basato in Italia. E' in questo periodo che sente fortemente il richiamo all' ortodossia, decidendo di intraprendere il percorso sacerdotale di Horus. In data 15.1.2023 diventa sacerdote Wab di Horus con il nome di Horemhat. In data 7.05.2023 supera con successo il test per l'avanzamento di grado come Khery-hebet n Hr (sacerdote lettore di Horus). Il 21.08.2023, dopo un esame dedicato, diviene referente per i riti funebri come wab e sem di Inp (sacerdote funerario di Anubi).

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