Le usanze funebri, ieri e oggi

Le usanze funebri, ieri e oggi
Tempo di lettura: 7 min.

Quando parliamo di usanze funebri egizie veniamo rimandati immediatamente alle piramidi, alla sfinge, ai potenti faraoni e alle sensuali regine immediatamente riconoscibili.

Usanze funebri, tipica bara  antropoide di  epoca  tarda
Usanze funebri: tipica bara antropoide di epoca tarda.

Di questi ultimi, i loro segreti e intrighi sono certamente affascinanti, ma c’è un argomento che più di tutti attira curiosi ed egittofili accaniti: parliamo della morte e sepoltura del defunto nella terra dei faraoni. Hollywood, con le sue produzioni cinematografiche, ha attinto a piene mani in queste tematiche, usando quel materiale per innumerevoli pellicole più o meno riuscite. Il fascino delle tombe egizie e dei loro contenuti ha il punto di forza in quell’alone di mistero che ci fa domandare “perché proprio quella statua, messa lì?” e “perché il defunto è stato imbalsamato in questa maniera?”. Proprio dal cinema, tra l’altro, ricostruzioni di tombe di indicibile bellezza, ambìte da feroci e spietati tombaroli, tesori mirabolanti e oro… tantissimo oro.

Ma cosa c’è di vero e perché dobbiamo a questo punto parlarne? Il KOS oggi vuole farvi assaporare il perché quelle usanze, a tratti così lontane, possono essere messe in pratica.
Ebbene sì: ancora oggi.

La dimora dell’eternità

Come da titolo a questo articolo, per gli Egizi, una parte fondamentale della vita era paradossalmente occupata dalle usanze funebri. Il bisogno di possedere un luogo sicuro, a seconda delle possibilità del defunto, per potersi costruire una tomba, era uno dei cardini che faceva ruotare le finanze delle varie città sparse in tutta la valle del Nilo. Queste dimore, chiamate appunto “Casa dell’Eternità” erano letteralmente delle dimore eterne… certo, allestite non per la vita ordinaria, ma quella “oltre la morte”. E pensare che, per noi occidentali, sono (ai più) delle semplici tombe!

La collocazione delle tombe

Costruite sin dal periodo Predinastico, potevano essere semplici buche scavate nel deserto occidentale, fino ad enormi complessi sotterranei, meravigliose piramidi o anche mastabe. La tipologia della tomba variava a seconda del periodo e delle possibilità del defunto.

I vari edifici funebri erano costruiti sulla riva occidentale poiché, secondo la teologia egizia, il Dio Ra nasce ogni giorno ad est e inizia la sua traversata notturna proprio a ovest (in un processo costante di morte e nascita, ogni giorno). Tutte le necropoli si trovavano quindi, per la maggior parte, sulla riva sinistra del Nilo.

Tomba  a  mastaba di Khui, Saqqara  antico regno
Tomba a mastaba di Khui; Saqqara, Antico Regno.

Saqqara, Giza, Dahshur, Meidum, Hawara, la necropoli tebana, Abydos, Beni Hassan e tanti altri erano dunque situati sulla sponda occidentale (con qualche eccezione, vedi Tell el Amarna, El Moalla ecc), lontani dai centri abitati e da qualsiasi piena del Nilo. In ciascuno di questi siti, i sepolcri di varia fattura e grandezza sono giunti sino ai nostri tempi mostrandoci non solo dei semplici manufatti o delle raffigurazioni parietali, ma ciò che è tutt’ora una parte importante e fondamentale per qualsiasi credente egizio, ovvero la vita nell’oltretomba.

Una veduta della famosa Valle dei Re.

Ed è proprio questa parte fondamentale il motivo di questo approfondimento. Come nei tempi antichi, anche il Kemetismo Ortodosso Solare vuole dare massima priorità all’aspetto funebre per garantire, a ogni kemetista ortodosso, di poter accedere ai Campi di Aaru come un Osiride giustificato. Sono molte le domande che ci si è posti, perplessità e riflessioni a cui il KOS è giunto alla soluzione perfetta, confacente la nostra epoca.

Tumulazione o cremazione?

Un altro problema che il KOS ha riscontrato è proprio riguardante il trattamento del corpo che verrà posto nella dimora per l’eternità, come disposto dalle leggi in vigore nel nostro paese. Nel caso di tumulazione non vi sarà alcun trattamento funerario specifico da parte delle agenzie funebri (non escludiamo modifiche in futuro, con il benestare della legislatura italiana, per poter trattare il corpo del defunto in maniera più incisiva).

Nel caso invece della cremazione, sebbene la distruzione del corpo sia un vero problema nella religione egizia, è stata comunque contemplata e raggiunta una sorta di mediazione senza ricorrere a invenzioni. Come sempre (ed è per noi dell’Associazione un vanto) la tradizione scritta e l’archeologia ci sono venute incontro risolvendo il problema. Nei prossimi paragrafi spiegheremo meglio quanto potremo proporre a coloro che ne faranno specificatamente richiesta. È bene però ricordare come fossero gli antichi corredi funebri nella terra dei faraoni, così da avere un quadro ancora più chiaro su come interverrà il KOS nei giorni nostri.

Il corredo funebre egizio nei millenni

Una parte fondamentale per il nostro futuro come “aspiranti Osiride” è rappresentato dalla presenza di un corredo funebre, che nell’antichità era di diversa natura e variava da periodo a periodo e in base anche alle esigenze o alle possibilità del defunto. Sebbene i saccheggi indiscriminati e feroci perpetrati dai predoni nelle tombe, comunque ci è giunto uno spaccato piuttosto variegato ma comprensibile. Le tombe dell’Antico Regno ci hanno mostrato nel loro ritrovamento la presenza di corredi semplici, spesso offerte in cibo e qualche mobile e vaso, sia per le libagioni divine che per il defunto.

La situazione rimase inalterata per secoli (informazioni archeologiche limitate a causa dei saccheggi sistematici subiti dai sepolcri), ed è solo nel Nuovo Regno che fortunatamente abbiamo avuto ritrovamenti di tombe intatte o marginalmente saccheggiate. Tutti conoscono bene la sepoltura di Tutankhamon (ritenuta intatta ma in realtà saccheggiata almeno due volte) e molti hanno avuto il piacere di ammirare i suoi tesori; altri si sono limitati a contemplare le suppellettili provenienti dalla tomba intatta dell’architetto Kha e della moglie Merit conservate al Museo egizio di Torino; altri ancora hanno osservato il corredo, smistato tra vari musei, dei possedimenti di Sennedjem.

Certo: tesori fantastici, mobili e statuette superbi, ma frutto anche delle disponibilità economiche di chi era il titolare del sepolcro. Il popolo povero continuava a essere, seppellito nel deserto in semplici buche. Sepolture semplici, che comunque hanno dimostrato che in ogni caso un minimo di corredo funerario fosse presente anche in quelle classi meno agiate.

È tuttavia con il crollo del Nuovo Regno che la sepoltura e il corredo subiscono un’evidente modificazione. Le tombe anche intatte risalenti alla XXVI dinastia (la dinastia Saita) mostrano come le concezioni funerarie fossero cambiate e, per certi versi, evolute in nuovi aspetti.

È da questo periodo che il KOS ha tratto le migliori informazioni sulle disposizioni funerarie idonee per l’epoca attuale. Le sepolture di quest’epoca mostrano che il defunto venne inumato con canopi fittizi, statuette ushabti, rotoli recanti capitoli del Libro dei Morti, nonché una statuetta raffigurante la divinità sincretica Ptah Sokar Osiris.

Esempio di  statuetta raffigurante  Ptah Sokar Osiris
Esempio di statuetta, tarda o tolemaica, raffigurante Ptah Sokar Osiris.

Ma la situazione diverrà ancora più semplificata, forse troppo, con corpi trattati sempre più in maniera più approssimativa, sepolture collettive e il culto funerario che subisce contaminazioni che snaturano la stessa religione e la trasfigurazione osiriaca del defunto.

Consapevoli di come i costumi funebri fossero tanto cambiati e degenerati, il KOS ha deciso comunque di studiare attentamente il modo di operare in piena ortodossia nei tempi attuali.

Il corredo funebre, oggi come ieri

Proseguendo quanto fatto anticamente ma strizzando l’occhio alla praticità dettata dai tempi moderni, il KOS ha messo a punto il corredo funebre ideale per chiunque lo richieda. Dati gli attuali tempi e le normative, l’idea di poter creare un corredo funebre completo “alla Tutankhamon” è praticamente un’illusione (soprattutto per il portafogli). Mescolando praticità, ortodossia e costi contenuti, il KOS ha individuato una serie di oggetti facilmente reperibili (e che potrete chiederci anche direttamente), che elenchiamo:

Il culto funebre, oggi come ieri

Il culto funebre era una delle pratiche successive all’inumazione del futuro Osiride, ed era affidata a sacerdoti specificatamente dediti alla commemorazione su richiesta dei parenti. I clero preposto, chiamato “Sem”, si adoperava per il culto funebre offrendo libagioni, cibo e incensi dinnanzi alla statua del Ka, divenuta un tramite tra il defunto e i viventi.

Esempio di  sacerdote Sem
Esempio di sacerdote Sem.

Con l’uso di preghiere specifiche il sacerdote Sem, ieri come oggi, può mantenere vivo il ricordo del defunto. Questa pratica è oggi su richiesta dei parenti o messa per iscritto su disposizioni lasciate dal defunto. Per ulteriori informazioni in merito, contattateci: il nostro sacerdote Sem vi potrà meglio spiegare e dissipare ogni dubbio.

Il Nisut NefermaatRa Setep-en-Ra Khnumose I


Bibliografia

  • Atiya, Farid and El-Shahawy, Abeer. The Egyptian Museum in Cairo: A Walk Through the Alleys of Ancient Egypt. American University in Cairo Press, 2005
  • Edda Bresciani, Grande enciclopedia illustrata dell’antico Egitto, De Agostini, 2005
  • Margaret Bunson, Enciclopedia dell’antico Egitto, Fratelli Melita Editori

Link esterni di approfondimento

Link utili

-> Vai alla pagina dei servizi funebri del KOS
-> Lettura consigliata: I figli di Horus
-> Anubi, il Dio dell’ imbalsamazione
-> Gli amuleti, fra magia e protezione
-> https://archeologiavocidalpassato.com/tag/corredo-di-kha-e-merit/

Pubblicato da Khnumose I

Khnumose I, all'anagrafe Marzio Siccardi (Torino, 1981) anch’egli appassionato di egittologia sin dal suo primo incontro avvenuto in terza elementare presso il Museo Egizio di Torino. Dopo la maturità artistica, la sua pasione per l’antichità , lo porta ad intrapprendere un percorso formativo universitario nel quale l’incontro con il mondo pagano, diverrà parte della sua stessa vita. Come molti non si sottrarrà all’influenza Kemetista. La sua preparazione archeologica e nello specifico Egittologica, lo portano a ricercare una conoscenza sempre maggiore di ogni singolo argomento trattato.

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